Non potrei fare il cammino a piedi. Preferisco la bici, corro veloce e frego i pensieri. Non so come fai tu a camminare ed essere tranquilla. Non hai paura di tirare fuori le cose che solitamente non vuoi ascoltare? Perché io ci ho provato, ho fatto un tratto a piedi prima di iniziare la Francigena e sono stato inghiottito da rimorsi, ricordi, rimpianti. Non sono stato affatto bene. Tu come fai? Come fate ad alzarvi la mattina e camminare? Non hai paura della lentezza o di non arrivare alla meta? Come convivi con i tuoi pensieri? Io ho bisogno di saltare sulla sella, muovere i pedali rapidamente e farmi quei 50 chilometri così. Spiegami come fai.
Non lo so spiegare (ora parte la canzone di Tiziano Ferro). Mi alzo, controllo la mappa, me la dimentico dopo poco nel marsupio e vado avanti. Con i pensieri ci litigo, tanto. I primi giorni meno. Ora molto di più. Mi sento sulle montagne russe tra una vescica e l’altra, un paesaggio e l’altro, una paranoia e l’altra, una scoperta e l’altra. Quando cammino vedo le cose da una prospettiva diversa e nessuno me lo aveva detto prima di partire o meglio ci hanno provato e non capivo fino in fondo. La velocità passa in secondo piano. Corro talmente tanto durante la vita quotidiana che ora lascio che correre siano i pensieri. Io ho tempo. Mi sono data del tempo. Per me.
Ecco. Magari il prossimo cammino lo facciamo a piedi e mi aiuti con tutto questo ottimismo. Per le vesciche andiamo in farmacia se no a Siena non ci arrivi.
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